Il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa
Visitiamo insieme uno dei Musei Ferroviari più belli d’Europa e una
delle opere di archeologia industriale tra le più imponenti e meglio conservate ...
A Cura di : Luca Berardocco
Il 19 dicembre del 2007 ha riaperto al
pubblico , dopo svariati anni di chiusura per lavori di ammodernamento e
restauro , il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa , unico nel suo genere
in Italia e di rilevante importanza storica per ogni appassionato di ferrovia
ma anche per il cultore della storia
industriale o per il semplice turista/visitatore affascinato dal mondo dei
trasporti …
Il museo è stato allestito
all’interno dei capannoni che fino al 1975 hanno ospitato le Officine Grandi Riparazioni di Pietrarsa
, proprio di fronte alla fermata ferroviaria di “Pietrarsa – S.Giorgio a
Cremano” dal cui marciapiede è possibile accedervi .
La fermata di Pietrarsa – S.Giorgio a Cremano , sulla linea
Napoli – Salerno e posta
di fronte all’
ingresso del museo , con un regionale in arrivo da Napoli, foto L.Berardocco . |
Il cancello d’ingresso al museo , posto sul marciapiede
della fermata di Pietrarsa, foto L.Berardocco
|
Appena si varca il cancello
d’ingresso è subito tangibile quanto ogni pietra , padiglione o elemento
architettonico , sia permeato di storia , a cominciare dal nome originale del
sito :
“Reale Opificio Meccanico e Pirotecnico
Borbonico”
Fondato nel 1840 per volere del Re
Ferdinando II di Borbone , con il duplice intento di modernizzare ed industrializzare
il Regno delle Due Sicilie , tra le molteplici lavorazioni siderurgiche e
metalmeccaniche questo impianto si è
distinto principalmente per la costruzione di macchine a vapore dapprima per la
Marina Borbonica ed in seguito per la trazione ferroviaria ; non a caso fu
realizzato di fianco al binario che , dal 3 ottobre 1839 , costituì la prima
ferrovia italiana , la Napoli – Portici …
Convoglio inaugurale della Napoli – Portici con la Bayard ricostruita nel 1939 in primo piano , il 27/11/2008 foto L.Berardocco . |
In seguito all’Unità d’Italia
queste officine furono progressivamente ridimensionate e adibite alle Grandi
Riparazioni , fino al 15 novembre 1975 , data in cui furono formalmente chiuse
all’esercizio e destinate a divenire il futuro Museo Nazionale Ferroviario ,
inaugurato poi nel 1989 .
Questo Museo sfrutta l’intera
superficie di 36.000 mq del sito storico , di cui ben 14.000 al coperto e
suddivisi in sette padiglioni , uno per ogni tipo di lavorazione diversa che
subirono i rotabili sottoposti a revisione ; a questi si affiancano una
caffetteria , i giardini con una delle due piattaforme girevoli a settore circolare , le due pensiline di cui
una più moderna in ferro a copertura del marciapiede antistante l’ingresso ed
una storica , in ghisa , realizzata dalle maestranze di questa officina e a
fianco della quale trova posto la statua imponente del Re Ferdinando II di Borbone , anche essa fusa in
ghisa e realizzata all’interno delle stesse officine …
I padiglioni che ospitano
l’esposizione di rotabili storici sono numerati progressivamente e permettono
di seguire un determinato percorso evolutivo a cominciare dai rotabili più
antichi per giungere a quelli più moderni , tanti dei quali ancora normalmente
in esercizio :
PADIGLIONE A : Locomotive a Vapore e Trifase
Ex reparto montaggio , all’interno di
esso accoglie i visitatori , facendo bella mostra di sé sul ponte trasbordatore
, il convoglio inaugurale della ferrovia Napoli – Portici , costituito dalle
riproduzioni del 1939 della locomotiva
Bayard , un bagagliaio , una
carrozza di prima classe e due carrozze di terza classe .
Convoglio inaugurale della Napoli – Portici con la Bayard ricostruita nel 1939 in primo piano , il 27/11/2008 foto L.Berardocco |
Lungo le pareti , ai lati della
tina di scorrimento del ponte , si può ammirare il resto della esposizione di
cimeli ferroviari costituita da 4 locomotive trifase , tra cui la E432.001
e 25 locomotive a vapore tra cui anche un
esemplare del gruppo 800 “Cubo” , la
R370.022 a cremagliera e scartamento ridotto , utilizzata lungo i binari della
Caltagirone – Dittaino – P.zza Armerina
R370.023 affiancata alla 740.115 , quest’ultima titolare del treno che trasportò le spoglie del milite ignoto all’Altare della Patria a Roma, il 27/11/2008 foto L.Berardocco . |
e la R302.019 , anch’essa a scartamento
ridotto e utilizzata in Sicilia sulla Castelvetrano – Sciacca – Ribera …
Panoramica del Padiglione A riservato alla Trazione a Vapore e Trifase , con le locomotive schierate lungo i lati , il 27/11/2008 foto L.Berardocco |
PADIGLIONE B -
C : Locomotive Elettriche
e Automotrici
Nell’ ex reparto Caldareria e Forni
trovano posto diverse carrozze di fine ‘800 e primi del ‘900, tra cui la N° 10 del Treno Presidenziale , in
composizione al Treno Reale , diverse
automotrici diesel tra cui due “Littorine” Aln556 e la stupenda Aln880.2018
costruita dalla Breda ,
Primo piano della Aln880.2018 , costruita dalla Breda , appartenente al gruppo di automotrici dalla linea più elegante del parco motore F.S. , il 27/11/2008 foto L.Berardocco |
un esemplare di E400 , la ex 001 in versione L903,
appartenuta in origine alle F.S. ed utilizzata sulla Aosta – Prè Saint Didier
ed in seguito ceduta alla Ferrovia Casalecchio – Vignola ed infine le tre capostipiti della Trazione Elettrica a
3000Volts c.c. ossia la E626.005 , la
E326.004 e la E428.209.
PADIGLIONE D : Locomotive Diesel
In questo reparto , un tempo adibito
alla riparazione dei tubi bollitori , trovano posto due esemplari delle prime
locomotive diesel da treno entrate in servizio regolare : la D342.4011 a
trasmissione idraulica e la D341.1016 a trasmissione elettrica .
Sempre nello stesso locale sono
esposte la 236.005 , la 216.006 e la “Sogliola” 207.020 , tutte tre appartenenti
alla famiglia delle locomotive da manovra .
PADIGLIONE E : Navi
Traghetto
In questo spazio , un tempo dedicato
alla riparazione delle molle delle sospensioni , trovano posto diverse teche
con i modelli delle navi traghetto delle F.S. e parte della componentistica ad
esse appartenuta .
PADIGLIONE F : Utensili
Questi ambienti ospitarono le fucine
dell’impianto e ancora oggi parte di
quei macchinari sono esposti al pubblico
perfettamente conservati , in particolare è possibile ammirare una
alesatrice , due magli a vapore e una enorme calandra utilizzata per la
piegatura delle lamiere .
Viste del padiglione F con ancora diversi utensili un tempo utilizzati nelle fucine dell’officina , il 27/11/2008 foto L.Berardocco |
PADIGLIONE G : Sala Modelli
Esposizione di modelli di rotabili all’interno del padiglione G , “La Cattedrale” per via delle arcate imponenti che sorreggono il tetto e visibili nella foto , il 27/11/2008 foto L.Berardocco |
Questo padiglione , meglio conosciuto
come “La Cattedrale” per via degli archi a sesto acuto che sorreggono la
copertura , anticamente ospitava le tornerie .
All’interno di esso trovano posto
diverse teche contenenti dei modelli di rotabili appartenuti alle F.S. e alcuni
dei quali ancora in esercizio , alcuni arredi di Uffici Movimento e carrozze ed
infine l’enorme plastico “TrecentoTreni” del modellista Otello Brunetti,
Veduta del plastico “TrecentoTreni” , fino a qualche anno fa
esposto nell’ Ala Mazzoniana della stazione Termini a Roma , il 27/11/2008 foto L.Berardocco .
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traslocato dalla Stazione di Roma Termini presso la quale era ospitato nell’
Ala Mazzoniana ; l’unico rammarico è stato non poter visionare il meraviglioso
modello in scala , perfettamente funzionante come al vero , della locomotiva a
vapore Gruppo 740 , realizzata dal maestro modellista Giancarlo Mastrini …
Il percorso espositivo si conclude
con la visita di quest’ultimo padiglione ,“La Cattedrale” appunto , prima però
di lasciare questo meraviglioso luogo di cultura storica ed industriale , una
passeggiata lungo il perimetro del piazzale interno del museo , dove si trovano
i giardini , ci permetterà di apprezzare il panoramico Golfo di Napoli con una
splendida vista sulle isole di Capri e di Ischia , ovviamente con la mole
minacciosa del Vesuvio alle nostre spalle e l’aria di mare squarciata dallo
sferragliare dei numerosi treni che ancora oggi come 170 anni fa percorrono i
binari a lato del museo , questa volta per raggiungere destinazioni ben più
lontane rispetto ai 7,250 Km della Napoli – Portici …
Luca Berardocco